L’energia vitale, l’energia dei bambini donatagli dalla natura

L’energia vitale, l’energia dei bambini donatagli dalla natura


Nelle prime fasi della vita ogni bambino sperimenta la differenza tra la propria spontaneità che espande l’energia vitale del suo corpicino e le frustrazioni dell’ambiente che lo vorrebbe conforme a regole, ideali dei genitori e miti di famiglia. Quando la differenza si presenta eccessiva per le capacità di sopportazione del fanciullo, egli è costretto ad adattarsi restringendo così l’ampiezza dello spettro energetico che evolve con il tempo. Come una piantina modifica la sua forma per meglio orientare le foglie verso una fonte luminosa, così il bambino plasma il suo corpo in modo da ottenere una forma adatta al tipo di luce della sua famiglia. Il nostro organismo funziona come un tutto. Ogni disturbo influenza l’intera persona. Non può esserci distinzione tra disagio mentale e disagio fisico o tra dolore mentale e dolore fisico. Se una persona soffre d’ansia, depressione, fobie o disturbi compulsivi, il corpo è colpito quanto la mente. Un trauma fisico influisce sulla psiche proprio come un trauma psichico influisce sul corpo. Ogni trauma sconvolge i movimenti pulsatili fondamentali del corpo. Questi sono le espansioni e le contrazioni complessive dell’organismo e i movimenti longitudinali ondulatori che influiscono su e giù lungo il corpo. Per questo motivo esistono posture, blocchi energetici e articolari che testimoniano l’offesa e la sofferenza a suo tempo patita. Alexander Lowen divide le strutture caratteriali in cinque tipologie più una trasversale alle cinque, quella narcisista. Il bisogno originario del bambino è quello di essere considerato e compreso, la sua esistenza dipende dalle cure ricevute dai genitori ed egli farà di tutto per non esserne privato. A partire dalle primissime fasi della vita egli chiede di poter disporre della propria madre e rispecchiarsi in lei: se il bambino potrà sperimentare la disponibilità, l’attenzione, l’affettività, la sintonizzazione comunque egli sia, crescerà costruendo gradualmente un sano senso di sé, riconoscendosi nella comprensione dei suoi bisogni e delle sue modalità di espressione, psichiche e corporee. Un sano sentimento del Sé è la sicurezza incrollabile che i sentimenti e i desideri provati appartengono al proprio Sé. In questa accessibilità spontanea dei propri sentimenti e desideri l’individuo trova il proprio puntello e la propria autostima. Può vivere i propri sentimenti: essere triste, disperato, aver bisogno di aiuto, spaventarsi se è minacciato, essere cattivo se gli s’impedisce di soddisfare i suoi desideri, senza per questo aver reso insicura la madre introiettata. Non solo sa ciò che non vuole, ma sa e può esprimere anche ciò che vuole, senza doversi chiedere se per questo verrà amato o odiato. Il rispetto dell’intima vitalità permette l’integrazione sia dei sentimenti di aggressività e autonomia, sia di quelli più vergognosi come la rabbia e la gelosia. (Patrizia Moselli, Il guaritore ferito, Franco Angeli, Milano, 2008, cap. X° – pag. 151)

Ogni bambino nasce con una disponibilità di energia vitale donatagli dalla natura, come un vettore di forza pulsante orientato in avanti nel tunnel del tempo.

Ad ogni “stazione” di sviluppo, che rappresenta una fase di vita, può incontrare ostacoli più o meno gravi per la sua espansione e crescita e “perdere” una parte di energia lasciandola in quella “stazione”, per poi procedere con la sola energia rimastagli. Se la sua infanzia procede con sufficiente serenità, le fasi: schizoide (0-6 mesi), orale (6 mesi – 2 anni), psicopatica (18 – 24 mesi), masochista (2 – 3 anni), rigida (3 – 6 anni), fluiranno senza sottrarre troppa energia e il suo corpo sarà in grado di respirare profondamente, muoversi liberamente e sentire pienamente.

I movimenti di una persona emotivamente serena sono armoniosi e pieni di grazia.

Purtroppo la serenità emotiva è molto rara nelle civiltà occidentali e i nostri corpi comunicano se stessi con il respiro, l’energia, l’equilibrio, le posture e i gesti.
Alexander Lowen ci insegna a riconoscere le posizioni difensive di un individuo in relazione al suo vissuto infantile; espresse con la sua vitalità, la sua postura inconsapevole, le caratteristiche della sua onda respiratoria, il suo equilibrio nel corpo come nella vita. La psicoterapia bioenergetica ha una funzione anche compensatoria, il percorso che ogni paziente intraprende è orientato per il recupero della sua energia donatagli dalla natura e espressa con la gioia, la spontaneità e il piacere di vivere. Come scrive Tom Robbins, non è mai troppo tardi per farsi un’infanzia felice.