La Psicoterapia: quando una situazione di crisi diventa opportunità di crescita

La Psicoterapia: quando una situazione di crisi diventa opportunità di crescita


Capita a tutti di trovarsi in situazioni difficili e dolorose, nelle quali ci si sente più vulnerabili, fragili a causa di eventi esterni percepiti come incontrollabili provando altresì un forte senso di impotenza e inadeguatezza. Un lutto, una perdita, una separazione, una relazione sentimentale inappagante o la mancanza di una relazione, un’attività professionale insoddisfacente, mal retribuita o l’assenza di un attività lavorativa, un desiderio non realizzato, un bisogno non soddisfatto possono essere validi motivi di sofferenza ma non possono impedirci di progredire nella nostra vita e nella nostra crescita personale. Quando questo avviene, le sensazioni conseguenti possono tradursi in un malessere generalizzato, diffuso, nonché in veri e propri sintomi psicofisici quali alterazioni dell’umore, ansia, depressione, stanchezza cronica, ritiro, solitudine, apatia, rabbia, sconforto, o al contrario compulsione ad agire come compensazione di un vuoto interiore che non si colma, alterazione del comportamento alimentare, uso/abuso di sostanze psicoattive (farmaci, alcool, droghe), difficoltà relazionali e sessuali, disturbi psicosomatici.

Come fare allora per abbandonare tali comportamenti e vissuti disfunzionali e lasciarci alle spalle il malessere?

Per prima cosa è necessario rendersi conto che, come gestiamo la nostra vita e quello che da essa otteniamo dipende dalla percezione di noi stessi e delle nostre potenzialità, da come noi ci poniamo nei confronti di noi stessi e del mondo esterno.

Se impariamo a conoscere le nostre potenzialità, i nostri più intimi desideri e sentimenti potremo scoprire nuovi orizzonti, riconoscere i nostri limiti oggettivi (in quanto esseri umani unici, irripetibili ma fallibili) e conquistare una libertà soggettiva affrancata da condizionamenti sociali, culturali e familiari.

Questa condizione, che C.G.Jung definisce con il termine di INDIVIDUAZIONE e che si può anche tradurre con il concetto ri-conoscere e divenire se stessi, rappresenta una esperienza esistenziale profonda che ci permetterà non solo di risolvere i sintomi-segnali psicofisici che ci disturbano ma altresì superare il vissuto confusionale delle contraddizioni e dei conflitti interiori ed esterni vivendo così più serenamente ed in maniera più autentica.

Pertanto il percorso psicoterapeutico viene a rappresentare una imprescindibile guida, un valido aiuto nel facilitare il processo di cambiamento e sviluppo personale, base insostituibile del benessere individuale come condizione dinamica e vitale.

In seconda battuta è importante considerare che ciò che siamo ora, nel presente, dipende in larga misura dalle esperienze vissute nel passato, che sedimentandosi nel nostro inconscio guidano, orientano e spesso definiscono le nostre esperienze attuali. Le situazioni che a nostro avviso “ci capitano”, le persone che incontriamo, i comportamenti che mettiamo in atto, a volte senza rendercene conto o pentendocene un attimo dopo, sono pre-determinate da un “copione” che inconsciamente rimettiamo in atto proprio perché noto, conosciuto o mediato dall’inconscia illusione di esorcizzare o risolvere una situazione che in passato abbiamo subito e sofferto.

Tali esperienze passate necessitano di essere portate alla luce, rese coscienti e pertanto elaborate per non essere più nocive e tossiche influenzando il nostro presente.

Ma cosa significa e cosa si intende per elaborazione?

Fondamentalmente si intende comprensione dell’esperienza, abbandono del senso di colpa ad essa legata, riduzione e rifiuto dell’influenza che esercita sul presente ed infine abbandono dell’illusione di poter risolvere un’esperienza che non c’è più.

Ve ne farò un esempio: immaginate una donna che chiede continue conferme al proprio partner perché teme o è convinta di non essere all’altezza dell’amore e della dignità data da questo amore ricevuto. Questa sarà una donna che molto spesso incontrerà uomini che non la rispettano e non le danno amore, indisponibili emotivamente e/o fisicamente proprio perché in tal modo, inconsciamente, ella potrà lottare per ottenere riconoscimento e amore. Tale situazione sarà pertanto la ri-messa in scena di una situazione antica, probabilmente familiare che la donna ha vissuto: possiamo facilmente concludere che la donna abbia dovuto lottare per “accaparrarsi” attenzioni e amore e riconoscimento da figure affettive di riferimento soprattutto il padre, ma anche la madre. Un po’ come accade nella celebre opera di Pirandello “Sei personaggi in cerca autore” dove la storia è già scritta e manca solo chi adeguatamente la interpreti, anche la donna cercherà attori appropriati al ruolo. Quando finirà questa, per utilizzare terminologia psicoanalitica, “coazione a ripetere”? Quando la donna finalmente si renderà conto di non dovere più lottare per ottenere ciò che le spetta di diritto: un suo posto nel mondo, amore e riconoscimento poiché ne è degna in quanto essere umano.

Poiché tali esperienze, tali copioni toccano più o meno tutti con diverso grado di intensità, è altresì necessario, sfatare il mito ancora vigente nella nostra cultura, dello psicologo come “medico dei matti”, ma piuttosto considerare il percorso psicoterapeutico, la “cura delle parole” e dell’anima, come uno strumento necessario e giustificato soprattutto in un contesto socio-culturale come quello contemporaneo, caratterizzato da ritmi stressanti e repentine e molteplici richieste di adattamento da cui derivano inevitabili problemi psicologici, stati confusionali e crisi di identità.

Rivolgersi ad un esperto, psicoterapeuta, come ci si rivolgerebbe ad un qualsiasi altro professionista specialista per una patologia organica, è non solo giustificato, ma indiscutibilmente ragionevole.

Infine, lo scopo della psicoterapia non è quello di eliminare la sofferenza, nulla lo può, ma rendere l’individuo autonomo e consapevole delle risorse interiori e potenzialità a sua disposizione affinché possa utilizzarle per far fronte alle condizioni favorevoli o meno che la vita gli porrà davanti.

Il libero arbitrio non è altro che scegliere fra tutto ciò che il Caso ci pone davanti.