Dall’essere figli al diventare genitori

Dall’essere figli al diventare genitori


La formazione di una coppia può essere vista come la nascita di una nuova famiglia che ha la possibilità di evolversi dando vita a un’altra generazione: la scelta genitoriale costituisce una transizione che dovrebbe permettere alla coppia di “salire” di una generazione e prendersi cura di quella più giovane.
Prima di essere adulti e genitori si è stati bambini e figli: la transizione alla genitorialità è una fase significativa che può riattivare i ricordi dell’esperienza infantile con i propri genitori e produrre un nuovo adattamento di coppia. Ad esempio, la carenza di esperienze relazionali sufficientemente accudenti in infanzia non favorisce la creazione delle condizioni per una “separazione” sicura dai genitori e questo può, ad esempio, comportare una difficoltà nella costruzione del nuovo nucleo familiare.
Ma il risultato finale non dipende solo dagli eventi passati, perché diventano determinanti altri fattori tra cui il sostegno reciproco tra i partner che può diventare la fonte di sicurezza necessaria per ridefinire i rapporti con le famiglie estese e assumere il ruolo genitoriale con maggiore serenità.
Gli individui nella relazione con i propri figli tendono ad utilizzare uno stile di accudimento analogo a quello vissuto: la relazione genitore-figlio è un momento di riattivazione da parte dell’adulto della propria esperienza passata; egli, attraverso la cura del figlio, ripete e riattiva comportamenti interattivi e relazionali sperimentati e interiorizzati.
Ma la sensibilità genitoriale non sarebbe solo la diretta emanazione della rappresentazione della propria esperienza infantile in quanto risentirebbe anche della relazione di coppia; entrambi i legami (quello di attaccamento infantile e quello al partner), insieme alla rete di supporti sociali, influenzerebbero la competenza e sensibilità genitoriale, a sua volta, determinante la qualità del legame di attaccamento del bambino al genitore.
Il legame tra generazioni passerebbe dunque attraverso il rapporto di coppia. Ad esempio attraverso l’esperienza di un tipo di relazione coniugale in cui l’altro, a differenza di quello che si può aver sperimentato nel rapporto con i genitori, si dimostri presente e pronto ad accogliere i bisogni emotivi, si può verificare un cambiamento positivo.
Disaccordi e conflitti estremamente comuni tra i partner possono traboccare nella relazione che ciascuno di loro ha con il figlio: ad esempio, quando un genitore si ritira dopo un disaccordo con l’altro partner non rispondendo ai problemi del figlio o quando conta sui figli per ottenere sostegno emozionale e conforto prima di contare sul proprio partner o, ancora, quando carica di un potere decisionale inadeguato i figli.
Una coppia con figli dovrebbe permettere loro di interagire con entrambi escludendoli da eventuali problemi nella coppia. Inoltre è importante che i genitori, anche se alle prese con un conflitto coniugale, cerchino di costruire un’alleanza genitoriale positiva per sostenere la competenza sociale ed emozionale del figlio che può così beneficiare di una sensazione di sicurezza data dal padre e dalla madre che svolgono insieme la funzione genitoriale; la coordinazione e il sostegno fra adulti responsabili della cura e dell’allevamento dei figli viene definita cogenitorialità.
Una buona alleanza cogenitoriale si costruisce quando i partner sono capaci di comunicare regolarmente su argomenti e decisioni che riguardano i figli sostenendo i reciproci sforzi; mentre un significativo squilibrio dell’impegno genitoriale portato avanti dai genitori in maniera scoordinata, non strutturata e reciprocamente collaborativa segnala difficoltà imminenti per genitori e figli. Concluderei con un proverbio che ritengo significativo nel definire la funzione genitoriale: “ai figli bisogna dare le radici e le ali per volare”, ovvero una base sicura da cui partire per esplorare il mondo e a cui tornare sapendo che si sarà accolti, compresi e protetti.
Dott.ssa Annalisa De Filippo