Lo stress in ambito lavorativo, ovvero lo stress da lavoro correlato
Lo stress in ambito lavorativo, ovvero lo stress da lavoro correlato
Con l’attuale crisi, il mercato offre forme contrattuali fino ad ora impensabili, orari flessibili, instabilità diffusa. Chi è inserito da tempo nel mondo del lavoro deve fronteggiare e gestire cambiamenti, i più giovani soffrono per l’impossibilità di immaginare e di investire in un futuro lavorativo e professionale a lungo termine.
Queste sono solo alcune delle condizioni venutesi a creare a seguito del permanere della crisi economica e che concorrono ad aumentare, pur nella diversità delle risposte individuali, lo stress da lavoro correlato.
Lo stress è un evento psico-somatico che si differenzia per la sua potenza e/o durata da una situazione normale e viene scatenato da certe sollecitazioni esterne ed interne (stressors); lo stress non è sempre negativo: è dimostrato come esso possa costituire utilissima possibilità sia per l’individuo sia per l’azienda, essendo a volte un acceleratore delle capacità umane.
I problemi tuttavia si verificano quando lo stress è troppo elevato o se la situazione stressante si prolunga eccessivamente nel tempo, con possibili conseguenze sia a livello fisico che psichico.
Che cosa è lo stress lavoro correlato?
Usando la definizione del National Institute for Occupational Safety and Health, lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse od esigenze del lavoratore.
Le caratteristiche costrittive del lavoro (ad esempio carico di lavoro eccessivo o ridotto, ripetitività, ambiguità o conflitti dei ruoli, marginalizzazione lavorativa, svuotamento delle mansioni, ripetuti trasferimenti ingiustificati, prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto) possono essere causa di stress.
Lo stress può provocare disturbi comportamentali, emozionali e psicofisici anche gravi.
Spesso nell’ambiente di lavoro si verificano situazioni per le quali non si ha la possibilità di intervenire:
• quantità di lavoro da eseguire eccessiva oppure scarsa;
• tempo insufficiente per portare a termine il lavoro in maniera soddisfacente sia per gli altri che per se stessi;
• mancanza di una chiara descrizione del lavoro da svolgere o di una linea gerarchica;
• ricompensa insufficiente, non proporzionale alla prestazione;
• impossibilità di esprimere lamentele;
• responsabilità gravose non accompagnate da autorità o potere decisionale adeguati;
• carenza di collaborazione e sostegno da parte di superiori, colleghi o subordinati;
• impossibilità di esprimere effettivamente talenti o capacità personali;
• mancanza di controllo o di giusto orgoglio per il prodotto finito del proprio lavoro;
• precarietà del posto di lavoro, incertezza della posizione occupata;
• condizioni di lavoro spiacevoli o lavoro pericoloso;
• possibilità che un piccolo errore o disattenzione possano avere conseguenze gravi.
Qualcosa si può fare comunque: innanzitutto, informarsi sui propri diritti. I Sindacati, ad esempio, possono fornire gli strumenti utili per modificare le cose.
• cercare di identificare le fonti di stress, anche elencandole materialmente su un foglio, in modo da identificare gli aspetti ove è più urgente intervenire;
• identificare la differenza tra le cose che si possono e quelle che non si possono controllare, chiedersi come si sta vivendo la situazione e se esistano modi alternativi di affrontarla;
• distinguere le cose importanti e quelle urgenti: ci si dedicherà quindi prima alle cose importanti e urgenti, poi a quelle urgenti e non importanti, quindi a quelle importanti e non urgenti, e infine a quelle né importanti, né urgenti;
• fare delle pause nel corso della giornata, anche semplicemente per poter respirare profondamente e sentire che la mente si rilassa;
• dedicarsi ad una attività fisica regolare e curare la propria alimentazione: l’esercizio fisico costante libera endorfine endogene, una sorta di “droga naturale” che aiuta a sentirsi meglio;
• cercare di non considerare le critiche come un attacco personale, pensando ad esse come ad un’opportunità per crescere nel proprio lavoro;
• dare il giusto peso a ciò che esiste al di fuori del lavoro: la famiglia, gli amici, altri interessi;
• imparare a coltivare il senso dell’umorismo ed attività esterne (volontariato, sport, associazioni culturali) che possono fornire quelle gratificazioni che ci mancano in ambito lavorativo.
Si può prendere infine in esame l’eventualità di farsi aiutare da un professionista (psicologo/psicoterapeuta) per trovare una risoluzione alle tensioni interne che danno origine allo stress.
Lo stress – quando è legato all’attività lavorativa – è prevenibile e l’azione volta a contenere tale problema può essere molto incisiva.
Per affrontare i problemi di stress da lavoro correlato – che coinvolge sia gli imprenditori che i lavoratori – è necessario un approccio multidisciplinare che preveda la figura dello psicologo impegnata, in collaborazione con altre figure professionali, nella definizione consensuale di un percorso e di un protocollo di azione che abbia il suo riferimento nel sistema sociale e organizzativo in cui i lavoratori e gli stessi imprenditori operano.
E’ di grande importanza il miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro; non soltanto dal punto di vista individuale (in relazione alla diminuzione del dolore e della sofferenza dei lavoratori), ma anche in una prospettiva meramente economica e sociale, per il contributo utile a garantire la buona reputazione delle aziende nonché, nel lungo termine, lo sviluppo economico delle stesse.